TRAUMAREMOTO
Il progetto “Traumaremoto” nasce per mostrare la condizione di confusione e di blocco che pervade molte donne, attraverso un’ illusione ottica realizzata senza interventi di postproduzione. La donna di “Traumaremoto”, a primo acchitto, sembra di spalle ma – ad un’attenta visione – i suoi piedi sono in avanti: in realtà essa è di fronte all’obiettivo o allo spettatore, solo il “trucco visivo” fa sì che appaia voltata. “Traumaremoto” suggerisce così che molte donne siano ancora rivolte al proprio passato, quasi che non riescano a liberarsene e a procedere, trasmettendo la sensazione di essere paralizzate da una sorta di “confusione nel senso di marcia”.
Resta non svelato cosa impedisca alle donne di “Traumaremoto” di stare pienamente nel presente, ma si può ipotizzare che solo un trauma lontano nel tempo possa aver innescato una simile torsione psichica.
L’intenzione di fondo è proiettare lo spettatore oltre lo spiazzamento iniziale, per realizzare in lui un’identificazione con la presunta condizione emotiva del personaggio, così che la “messa in scena” possa in qualche modo farlo interrogare sul proprio “trauma remoto”. Un viaggio creativo quanto empirico nel nostro essere, nella direzione della nostra vita e nel bagaglio di esperienze che la condizionano.